Una quinta per dormire: se hai uno strumento musicale prova questo semplice esercizio prima di chiudere gli occhi

Una quinta per dormire: se hai uno strumento musicale prova questo semplice esercizio prima di chiudere gli occhi

Nel caso tu abbia una batteria, un set di percussioni o un trombone, forse questo post non fa per te ma se hai in casa una chitarra, un piccolo xilofono o una tastiera, beh, i tuoi sonni potranno essere migliori!

 

Musica prima di dormire: cosa non fare (e cosa non ascoltare)

Tutto ciò che si basa su ritmi veloci, sonorità metalliche, armonie inquietanti deve essere bandito dalla camera da letto, ovviamente se lo scopo è quello di dormire placidamente. Il cuore tende a sincronizzarsi sul ritmo della musica, ragione per cui un brano speed attiva invece di rilassare e allontana l’assopimento. Frequenze molto alte e dissonanze irritano il cervello, che avrebbe bisogno di relax. Lo stesso effetto si ottiene con armonie e melodie inquietanti, sinistre, che inducono stati di paura e non sono per niente utili quando l’obiettivo è abbandonarsi al sonno.
Via dalla playlist, quindi, pezzi musicali con un ritmo superiore ai 60 battiti al minuto ma attenzione a non ascoltare brani con ritmo inferiore ai 40 perché al posto del relax potrebbe subentrare la tristezza. Bando anche all’hard rock, ai violini e alle colonne sonore inquietanti dei film horror.

 

Musica prima di dormire: le emozioni

La musica è un potentissimo driver di emozioni: la musica ci fa commuovere, gioire, intristire, esaltare…
Tutto questo avviene prima di tutto a livello corporeo, perché la musica modifica la frequenza del respiro, il battito cardiaco, l’attività delle ghiandole, la conduttanza cutanea: un attimo prima che il cervello entri in azione, infatti, è il corpo a reagire alla musica. Dopo la cascata di reazioni somatiche generate dall’ascolto di un brano, la mente inizia a vivere esperienze o rivivere situazioni e alla fine il “vissuto musicale” diventa profondo, arrivando anche a determinare modifiche alla postura o al tono della voce.

 

Musica prima di dormire: la quinta musicale

Dicevamo all’inizio: se hai una chitarra o qualche strumento che possa essere suonato senza far troppo rumore, puoi indurre la tua mente verso uno stato di quiete e chiarezza sfruttando l’intervallo musicale di quinta. La cosiddetta “quinta” è – per capirci – l’intervallo che c’è fra un DO e un SOL. Sotto un profilo più tecnico, se un DO è prodotto da una frequenza di 220 Hz (220 oscillazioni al secondo), la sua quinta, il SOL vibra a 330 HZ: per ottenere l’intervallo di quinta, fra una nota e l’altra deve esserci un rapporto di 3/2, che corrisponde a 7 semitoni.

 

Musica prima di dormire: gli effetti psicologici

Ogni intervallo musicale produce un effetto psicologico, ve ne sono alcuni inquietanti, altri ancora inducono gioia. L’intervallo di quinta è associato alla stabilità, alla positività, all’apertura. Si tratta di un intervallo che crea armonia, perfezione. La quinta musicale ristabilisce gli equilibri ed è quindi l’ideale per avviare il percorso che deve portare all’abbandono e al sonno.

 

Suonare l’intervallo di quinta per dormire meglio

Gli esperti, come Fabien Maman, suggeriscono di suonare la sequenza FA – DO – SOL – RE – LA – MI – SI per ottenere il massimo dalla quinta musicale. Il consiglio è quello di suonare con calma, ripetutamente, per alcuni minuti, concentrandosi solo ed esclusivamente sul suono. Per chi non ha troppa pratica con le note ma riesce comunque a strimpellare qualcosa, basta suonare una sequenza ripetuta di DO e SOL, magari scegliendo fra i tasti che producono frequenze meno acute. Affinché l’intervallo abbia effetto le note possono essere suonate assieme o una dietro l’altra in sequenza non troppo distanziata, in modo che la persistenza della nota appena suonata sia ancora udibile quando si suona la nota successiva.

 

Suonare l’intervallo di quinta per dormire meglio: un piccolo segreto

Che sia una chitarra, uno xilofono o una tastiera, è importante che quando si decide di smettere si riponga lo strumento nella custodia o lo si spenga staccando l’alimentazione elettrica. Se questo impone di alzarsi dal letto, tranquillizza però la mente, che chiude gli occhi senza l’onere di un lavoro incompiuto.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

code