In diversi tipi di alfabeto è il segno più piccolo e semplice che si possa usare, segna la fine di una frase ed è semplicissimo da fare con penna o matita: il punto.
Originariamente usato come separatore delle singole parole, poi – a seconda dell’altezza a cui era posto rispetto alla frase – con svariate funzioni grammaticali, fino a divenire, definitivamente, la notazione che termina un periodo.
Il significato simbolico del punto
Analizzato sotto un profilo squisitamente simbolico, il punto, come segno d’interpunzione, equivale a una concentrazione d’energia che non ammette repliche: dopo il punto, niente altro. Nel punto si concentra la calma così come l’enfasi di un discorso; nel punto amore, rabbia, forza, qualsiasi cosa, finiscono. Per essere in grado di mettere termine a qualsiasi cosa, il punto deve essere forte, inattaccabile, poderoso. Ed è proprio così che è, a partire dalla sua forma che rappresenta il massimo dell’energia in una silhouette che non possiede punti deboli.
Quando si scrive e si mette il punto, il gesto stesso della mano, segue le intenzioni di cui questo piccolo segno viene investito. Il gesto dello scrivere un punto può dire “Non ammetto repliche”, “Si fa così e basta”, “È finita” oppure “Non farti più sentire” ma anche, quando apposto in maniera incerta “Spero che vada bene ma non ne o la certezza assoluta…”. Uno dei luoghi privilegiati da cui osservare un punto vergato a mano è il retro del foglio. Dall’intensità dell’impronta si capisce bene non solo il significato profondo del punto ma anche il carattere di una persona.
Che cosa ha a vedere il punto con il relax?
Domanda plausibile quella che dà il titolo a questo paragrafo ma… il punto è decisamente legato al relax, vi sono molte espressioni linguistiche (le ritroviamo in varie lingue del mondo) che usano il punto per definire la zona ristretta in cui si concentrano tensioni ed energie. Il punto assurge poi a metafora del dire “basta” ma anche dell’incertezza (come i puntini di sospensione) o del fatto che qualcosa non si sia ancora concluso. Ebbene, tutto questo significa che il punto è elemento che ha un ruolo importante nel nostro immaginario e che scegliere di usare espressioni che lo citano significa vivere emozioni o stati d’animo ben precisi. In alcuni casi usare espressioni che contengono simbolicamente il punto significa essere tranquilli, in altri agitati, in altri casi ancora ansiosi e così via.
La tecnica dei punti e dei puntini per trovare relax
Bene, veniamo al sodo. Abbiamo detto che il punto, come metafora, indica emozioni e stati d’animo di una persona. Se rovesciamo la prospettiva possiamo usare il punto per indurre stati d’animo precisi.
La tecnica è molto semplice ma inaspettatamente efficace. È necessario dotarsi di un taccuino e di una penna da tenere sul comodino. Ecco le istruzioni:
1) una volta a letto, prima di spegnere la luce, prendere il taccuino ed elencare prima 3 cose da fare nel giorno successivo e dopo 3 cose fatte nella giornata che si avvia alla
conclusione
2) alla fine delle 3 cose da fare mettere i puntini di sospensione
3) alla fine delle 3 cose fatte mettere il punto
4) al mattino strappare il foglio (e conferirlo nella raccolta differenziata).
Tutto qui. Non funziona? Beh non resta che provare perché mettere il punto, magari calcando la mano in un gesto liberatorio è un messaggio che arriva diretto alla mente e dice: ok, missione compiuta. Spegnere la luce e chiudere gli occhi nella consapevolezza di avere portato a termine almeno 3 cose è straordinariamente efficace e funge da ricompensa per il cervello che non si deve preoccupare di avere cose “appese”.
Che cosa elencare? Piccole cose, piccolissime cose. Dall’aver messo a posto le scarpe del bambino, fra le cose fatte, al prendere appuntamento per la revisione dell’auto, per le cose da fare. Il bello è che le cose fatte non necessariamente saranno quelle indicate la sera prima ma tutto questo non sarà assolutamente fonte di problema: la tecnica funziona perché appaga sia il bisogno di pianificare, sia il bisogno di sapere che siamo in grado di concludere qualcosa, anche se piccolo e apparentemente insignificante.
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