Dante Alighieri soffriva di narcolessia?

Dante Alighieri soffriva di narcolessia?

Le opere dantesche nel tempo hanno offerto abbastanza spunti da far sorgere agli studiosi il dubbio che il poeta soffrisse di questa malattia.

E caddi come l’uom cui sonno piglia

Solamente nella Divina Commedia si trovano numerosi casi in cui Dante descrive il proprio addormentarsi. Spesso queste situazioni lo vedono passare rapidamente dalla veglia al sonno, anche a causa di debolezza seguita da cadute improvvise: come non citare il famoso E caddi come corpo morto cade, quando nel quinto canto dell’Inferno il Sommo cede all’emozione dopo aver ascoltato il racconto di Francesca e Paolo?

Ma è giusto ipotizzare una vera e propria narcolessia? Gli indizi ci sarebbero: improvvisi momenti di sonno diurno, mancanza di forze, sprazzi di sogni a occhi aperti

E questi elementi vengono descritti non solo nella Divina Commedia, ma anche in altre opere, come la Vita Nuova. Uno degli studi più importanti incentrati su questo argomento è da ricondurre al neurologo Giuseppe Plazzi, che nel 2013 pubblicò un articolo inerente al tema sulla rivista americana Sleep Medicine.

Un altro aspetto della Divina Commedia da sottolineare è che, nel corso del proprio viaggio, a Dante capiterà in più occasioni non solo di addormentarsi, ma anche di sognare. La particolarità sta nel fatto che l’opera stessa è ambientata in un mondo onirico (non dimentichiamo che il poeta entrò nell’oscura selva pien di sonno), quindi egli stava sognando… Di sognare!

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